Rischio Sismico

Il Rischio Sismico, determinato dalla combinazione della pericolosità, della vulnerabilità e dell’esposizione, è la misura dei danni attesi in un dato intervallo di tempo, in base al tipo di sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità dei beni esposti).

 

La Regione Molise ricade in un’area caratterizzata da sismicità significativa, che in passato ha rilasciato terremoti di elevata magnitudo. La massima intensità locale, tra l’VIII ed il IX grado MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg), sarebbe stata raggiunta a San Giuliano di Puglia in occasione del sisma del 5 dicembre 1456, uno dei più importanti e rovinosi degli ultimi mille anni nell’Italia Centro Meridionale. Altri grandi terremoti per l’area molisana in una finestra temporale che si estende dall’anno 217 a.C. al 2002 mostra come il territorio sia stato caratterizzato da una sismicità regionale diffusa con la presenza non trascurabile di terremoti aventi magnitudo Magnitudo superficiale (Ms) > 6.0 (Molise 5/12/1456 Ms=6.7; Matese 5/6/1688 Ms = 7.3; Matese 26/7/1805 Ms = 6.7; Sannio 21/8/1962 Ms = 6.2). Più recente risulta il sisma che il 31 ottobre 2002 ha colpito una vasta area dell’Italia centro-meridionale, sui confini tra le regioni Molise e Puglia, scossa da una crisi tettonica, cui l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha indicato un’intensità 5.7 Magnitudo momento Mw, ritenuta dall’INGV “sicuramente la migliore stima della reale grandezza di un terremoto, essendo direttamente legata alle dimensioni e alla dislocazione della sorgente sismica”.

(Fonte: Struttura Commissariale Post-Sisma, Ottobre 2010, “Il Percorso della ricostruzione – Sisma Molise 2002”)

Con l’ O.P.C.M. n.3274/2003, “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, il territorio nazionale viene classificato in quattro zone di rischio, includendo nella zona 4 (la meno pericolosa) tutti quei territori che erano stati esclusi da ogni classificazione sismica. Ad ogni zona viene attribuito un valore dell’azione sismica utile per la progettazione, espresso in termini di accelerazione massima su roccia. Il provvedimento detta i principi generali, secondo i quali le regioni, cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio, compilano l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle 4 zone e la Regione Molise, con la legge n.13/2004 “Riclassificazione sismica del territorio regionale e nuova normativa sismica”, ha recepito tale provvedimento. Tutti i comuni della Regione sono classificati sismici.

 

Un aggiornamento dello studio di pericolosità di riferimento nazionale previsto dall’O.P.C.M. n.3274/2003, viene adottato con l’O.P.C.M. n.3519/2006, recepita a livello regionale dalla deliberazione di Consiglio n.194/2006, che introduce degli intervalli di accelerazioni (ag) da attribuire alle 4 zone sismiche.

 

L’ordinanza divide tutto il territorio italiano in 4 zone sismiche, individuate da 4 classi di accelerazione di picco orizzontale del suolo con probabilità di superamento del 10% in 50 anni su suolo rigido e pianeggiante.

 

 

Con il D.M. 14/01/2008 i valori di pericolosità vengono addirittura calcolati in maniera puntuale. Sia la pericolosità indicata nell’OPCM 3519/06 che quella nel D.M. 14/01/2008 traggono origine dallo studio di pericolosità del territorio nazionale fatto dall’INGV nel 2004 (MPS04).

 

Gli studi di Microzonazione Sismica permettono di suddividere il territorio in zone a diverso comportamento in caso di terremoto (risposta sismica locale) con lo scopo di individuare a scala sufficientemente grande (comunale o sub comunale) le condizioni locali che possono modificare sensibilmente le caratteristiche del moto sismico atteso o possono produrre deformazioni permanenti rilevanti per le costruzioni e le infrastrutture. All’interno di ogni zona la risposta sismica è ritenuta omogenea.

 

Alcuni tipi di terreni e particolari forme del paesaggio possono modificare il moto sismico aumentandone gli effetti e causando fenomeni di instabilità (effetti locali).

 

Conoscere in anticipo dove il moto può essere amplificato e dove possono verificarsi fenomeni di instabilità in caso di terremoto è fondamentale per la prevenzione e mitigazione del rischio sismico. La risposta sismica locale è fortemente condizionata dalla geologia e dalla morfologia; la caratterizzazione geologica del territorio quindi, è un elemento determinante.

 

Attraverso questi studi è possibile individuare e caratterizzare le zone stabili, le zone stabili suscettibili di amplificazione locale e le zone soggette ad instabilità.

 

 

Rappresenta un utile strumento per:

 

  • il governo del territorio e la pianificazione urbanistica, orientando le scelte per le aree per i nuovi insediamenti, definendo gli interventi ammissibili in una data area, stabilendo modalità di intervento nelle aree urbanizzate;

  • la pianificazione dell’emergenza, contribuendo a scegliere le aree, le strutture di emergenza e gli edifici strategici in zone stabili;

  • la progettazione delle opere, fornendo informazioni su possibili fenomeni di amplificazioni dello scuotimento legati alle caratteristiche litostratigrafiche e morfologiche dell’area e su fenomeni di instabilità e deformazione permanente attivati dal sisma.

 

Tali studi sono completati per tutti i comuni della Regione. Per quanto riguarda quelli in provincia di Campobasso sono stati eseguiti in seguito al terremoto del 2002, per quelli della provincia di Isernia in seguito alla O.P.C.M. n.3907 del 2010 ed alla O.P.C.M. n.4007 del 2012.

 

Sono disponibili sul sito web della Regione Molise alla seguente pagina di riferimento:

 

http://www3.regione.molise.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/381

 

Per migliorare la gestione delle attività di emergenza subito dopo un terremoto, l’O.P.C.M. n.4007 del 2012 ha introdotto la Condizione Limite per l’Emergenza (CLE) dell’insediamento urbano, una procedura di individuazione degli elementi di base della pianificazione di protezione civile e della condizioni limite di gestione dell’emergenza per i comuni.

 

La Condizione Limite per l’Emergenza dell’insediamento urbano è quella condizione che se superata, a seguito del manifestarsi dell’evento sismico, pur in concomitanza con il verificarsi di danni fisici e funzionali tali da condurre all’interruzione delle quasi totalità delle funzioni urbane presenti, compresa la residenza, l’insediamento urbano conserva comunque, nel suo complesso, l’operatività della maggior parte delle funzioni strategiche per l’emergenza, la loro accessibilità e connessione con il contesto territoriale.

 

La CLE si pone come obiettivo quello di avere il quadro generale di funzionamento dell’insediamento urbano per la gestione dell’emergenza sismica, anche in relazione al contesto territoriale. La Regione Molise, in collaborazione col Dipartimento di Protezione Civile, ha avviato l’analisi della CLE per tutti i comuni della Regione e con delibera di G.R. n. 503/2014 ha stabilito le modalità con cui si recepiscono tali analisi negli strumenti urbanisti e di pianificazione di emergenza vigenti.

 

In generale, definire scenari di danno utili alla pianificazione di Protezione Civile è operazione complessa che richiede assunzione di ipotesi di input ed una serie di elaborazioni.

 

Ogni evento sismico di rilievo viene monitorato dalla rete sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ed i dati sono resi disponibili sul web nel sito dello stesso Istituto.

 

LISTA TERREMOTI TEMPO REALE: http://cnt.rm.ingv.it/

Ultimo aggiornamento

14 Dicembre 2022, 11:07