Rischio Dighe
La realizzazione di bacini artificiali in Italia e in Molise è stata legata ad esigenze o a progetti di tipo irriguo, di laminazione delle piene, idropotabile, energetico, turistico, ecc.. Il rischio legato alla presenza, in un determinato territorio, di invasi (“rischio diga”), è legato alle eventuali alluvioni delle zone di valle determinate da:
– manovre dei relativi organi di scarico in concomitanza o meno di eventi alluvionali legati ad eventi meteorologici (fenomeno controllato);
– possibili collassi o cedimenti delle strutture principali o accessorie degli sbarramenti artificiali (fenomeno accidentale/incontrollato).
La Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2014, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale in data 4/11/2014, sostitutiva della circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri 19 marzo 1996, n. DSTN/2/7019, ha recato nuovi indirizzi operativi per l’attività di protezione civile nei bacini in cui siano presenti grandi dighe, stabilendo, per ciascuna diga, le specifiche condizioni per l’attivazione del sistema di protezione civile e le comunicazioni e le procedure tecnico-amministrative da attuare:
– nel caso di “Rischio Diga”, cioè rischio idraulico indotto dalla diga, conseguente ad eventuali problemi di sicurezza della diga, ovvero nel caso di eventi, temuti o in atto, coinvolgenti l’impianto di ritenuta o una sua parte e rilevanti ai fini della sicurezza della diga e dei territori di valle;
– nel caso di “Rischio Idraulico a valle”, cioè rischio idraulico non connesso a problemi di sicurezza della diga ma conseguente alle portate scaricate a valle, ancorché ridotte per laminazione, ovvero nel caso di attivazione degli scarichi della diga stessa con portate per l’alveo di valle che possono comportare fenomeni di onda di piena e rischio esondazione.
La Pianificazione d’emergenza in materia di dighe si compone di due distinti strumenti principali: il Documento di Protezione Civile (DPC) e il Piano di Emergenza (PED). Il DPC stabilisce le condizioni per l’attivazione del sistema di protezione Civile, le comunicazioni e le procedure da attuare. Il PED definisce le azioni di contrasto ai pericoli connessi con la propagazione di onde di piena dallo sbarramento, determinate da manovre degli scarichi od ipotetico collasso.
Le disposizioni transitorie e finali della citata direttiva stabilivano che, entro un anno dalla sua pubblicazione, la Direzione generale per le Dighe definiva, d’intesa con le regioni, il Dipartimento della protezione civile e il Dipartimento dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell’interno, un programma di aggiornamento, coordinato a livello regionale, dei Documenti di Protezione Civile già approvati, che avevano la necessità di essere modificati ed integrati secondo i criteri e le disposizioni ivi contenuti.
L’approvazione da parte della Direzione generale per le Dighe e le Infrastrutture idriche ed elettriche del programma triennale di aggiornamento dei documenti di protezione civile delle “grandi dighe” a scala nazionale, ha previsto l’inserimento delle gradi dighe in differenti priorità, ovvero ha stabilito le priorità di aggiornamento dei Documenti di Protezione Civile (DPC) vigenti.
Nel territorio regionale ricadono le seguenti Dighe:
DIGA | FIUME DI VALLE | PRIORITA’ |
Ponte Liscione | Biferno | 1 |
Castel S. Vincenzo | Rio Salzera, Volturno | 1 |
Chiauci | Trigno | 2 |
Ripaspaccata | Volturno | 3 |
Fossatella | Torrente Cavaliere, Volturno | 3 |
Arcichiaro | Torrente Quirino, Biferno | 3 |
La competenza per la redazione dei DPC è dell’Ufficio tecnico per le Dighe di Napoli, cui la Regione Molise fornisce gli elementi per la definizione delle soglie di allertamento per il rischio idraulico di valle, tra cui il valore della portata massima transitabile in alveo a valle dello sbarramento e la soglia di attenzione scarico diga. La competenza per l’approvazione dei DPC, ai sensi della Direttiva in oggetto, è in capo alla Prefettura nel territorio in cui ricade la diga. La Direttiva stabilisce che la Regione territorialmente competente, in raccordo con le Prefetture interessate, predispone ed approva il PED, il cui quadro di riferimento è rappresentato dal corrispondente DPC e dagli studi sulla propagazione delle piene artificiali.
I comuni, i cui territori possono essere interessati da un’onda di piena originata da manovre degli organi di scarico ovvero dall’ipotetico collasso dello sbarramento, prevedono nel proprio piano di emergenza comunale o intercomunale, ai sensi dell’art. 108 del decreto legislativo n. 112/1998 e dell’art. 15 della legge n. 225/1992 e successive modificazioni ed integrazioni, una sezione dedicata alle specifiche misure di allertamento, diramazione dell’allarme, informazione, primo soccorso e assistenza alla popolazione esposta al pericolo derivante dalla propagazione della citata onda di piena, attività da svolgere il supporto della prefettura-UTG, della provincia e della regione.
Per quanto riguarda il sistema di allertamento, esso viene definito nel caso in cui il Comune sia ricompreso in un territorio che può risentire della presenza della diga e degli effetti indotti da essa.
In particolare, in seguito all’approvazione della nuova pianificazione d’emergenza dighe, l’allertamento degli enti locali sarà prerogativa del Servizio di Protezione Civile Regionale, attivato dal Gestore delle acque dell’invaso, secondo lo schema seguente:
Con Delibera di Giunta della Regione Molise n. 219 del 16.6.2017 è stato approvato il Piano di Emergenza relativo alla Diga di Ponte Liscione. VAI AL LINK
Ultimo aggiornamento
14 Dicembre 2022, 11:03