Rischio meteo-idrogeologico

Per Rischio meteo-idrogeologico si intende il rischio da inondazione, frane ed eventi meteorologici pericolosi di forte intensità e breve durata.
Si fa riferimento in particolare alle seguenti tipologie prevalenti di rischio:
1. RISCHIO METEO, da intendersi come rischio legato alla possibilità di accadimento di eventi meteorologici pericolosi quali forti mareggiate, temporali accompagnati da fulmini, grandinate, colpi di vento e trombe d’aria;
2. RISCHIO IDRAULICO, da intendersi come rischio di inondazione da parte di acque provenienti da corsi d’acqua naturali o artificiali e da mareggiata;
3. RISCHIO FRANE, da intendersi come rischio legato al movimento o alla caduta di materiale roccioso o sciolto causati dall’azione esercitata dalla forza di gravità.
Per la definizione degli scenari di evento relativi al rischio frane e rischio idraulico, è necessario avvalersi di dati e studi specifici, tra cui le Carte di Pericolosità Geomorfologica o da Frana, le Carte Inventario delle Frane, le Carte delle Aree Inondabili contenute del Piano di Assetto Idrogeologico. Sulla base della perimetrazione delle aree a pericolosità elevata e molto elevata, è possibile individuare gli elementi esposti, ovvero le persone e i beni che si ritiene potrebbero essere interessati dall’evento atteso, quelli, cioè, che ricadono all’interno delle suddette aree ad elevata pericolosità.
Al fine di prevenire e ridurre il rischio idrogeologico sono stati emanati in tempi recenti diversi provvedimenti normativi. La legge 183/89 “Norme per il riassetto organizzativo della difesa del suolo” rappresenta certamente l’atto legislativo più significativo in tal senso. Non di minore importanza sono, inoltre, la L. 267/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” (legge Sarno) e la L. 365/2000 “Interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato e in materia di protezione civile, nonché a favore di zone colpite da calamità naturali” (legge Soverato).
La necessità di fronteggiare il rischio idrogeologico anche attraverso l’unificazione delle procedure di allertamento e la gestione integrata del sistema di monitoraggio ha portato alla progettazione e realizzazione della Rete dei Centri Funzionali (O.M. 3134/2001).
La successiva Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004 ha introdotto gli indirizzi operativi per la gestione dell’allertamento nazionale per il rischio idrogeologico ai fini di protezione civile, in attuazione della quale la Regione Molise ha approvato il “Sistema di Allertamento per il Rischio Idraulico ed Idrogeologico del Molise” con Deliberazione di Giunta Regionale n. 152 del 23.2.2009, la cui attivazione definitiva è avvenuta con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 523 del 18.7.2011.
Il Sistema di Allertamento regionale in ambito di Protezione Civile è strutturato in modo che ad ogni livello di criticità, valutato dal Centro Funzionale del Molise nei bollettini e avvisi emessi sulla base delle previsioni o dovuto a fenomeni imminenti o in atto, corrisponda una fase di allertamento da attivare.
Ai fini delle attività di previsione, il Centro Funzionale Regionale ha suddiviso il territorio regionale in 3 ambiti territoriali omogenei dal punto di vista della risposta a possibili eventi meteo idrologici intensi, denominati Zone di Allerta.

Di seguito si elencano i Comuni del Molise suddivisi per Zona di Allerta di appartenenza.

ZONA DI ALLERTA -A-
Rionero Sannitico, Montenero Val Cocchiara, Forlì del Sannio, Roccasicura, Acquaviva d’Isernia, Pizzone, Cerro al Volturno, Castel San Vincenzo, Isernia, Miranda, Rocchetta a Volturno, Fornelli, Scapoli, Pesche, Filignano, Carpinone, Colli a Volturno, Macchia d’Isernia, Pettoranello del Molise, Montaquila, SantAgapito, Longano, Monteroduni, Castelpizzuto, Pozzilli, Conca Casale, Venafro, Sesto Campano, Sessano del Molise

ZONA DI ALLERTA -B-
Montemitro, Sant’Angelo del Pesco, Pescopennataro, Acquaviva Collecroce, Montefalcone del Sannio, Agnone, Castel del Giudice, Belmonte del Sannio, Roccavivara, Capracotta, San Pietro Avellana, Guardialfiera, Casacalenda, Trivento, Civitacampomarano, Poggio Sannita, Lupara, Castelverrino, Salcito, Castelbottaccio, Provvidenti, Carovilli, San Biase, Bonefro, SantAngelo Limosano, Bagnoli del Trigno, Limosano, Ripabottoni, Fossalto, Pietracupa, SantElia a Pianisi, Duronia, Monacilioni, Campolieto, Torella del Sannio, Molise, Frosolone, Macchia Valfortore, San Giovanni in Galdo, Casalciprano, Pietracatella, Santa Maria del Molise, Macchiagodena, SantElena Sannita, Toro, Busso, Campodipietra, Castelpetroso, Spinete, Gambatesa, Baranello, Jelsi, Bojano, Ferrazzano, Cantalupo nel Sannio, Colle d’Anchise, Riccia, Gildone, Vinchiaturo, Mirabello Sannitico, San Massimo, Tufara, Roccamandolfi, San Polomatese, Campochiaro, Cercemaggiore, San Giuliano del Sannio, Cercepiccola, Guardiaregia, Sepino, Morrone del Sannio, Lucito, Castellino del Biferno, Petrella Tifernina, Montagano, Matrice, Castropignano, Ripalimosano, Campobasso, Oratino, Pietrabbondante, Civitanova del Sannio, Pescolanciano, Chiauci, Castelmauro, San Felice del Molise, Vastogirardi

ZONA DI ALLERTA -C-
Petacciato, Termoli, Guglionesi, San Giacomo degli Schiavoni, Campomarino, Portocannone, San Martino in Pensilis, Larino, Ururi, Rotello, Montorio nei Frentani, Montelongo, Santa Croce di Magliano, San Giuliano di Puglia, Colletorto, Montecilfone, Mafalda, Montenero di Bisaccia, Tavenna, Palata

In fase previsionale, il Servizio di Protezione Civile della Regione Molise predispone e diffonde quotidianamente, entro le ore 14, il Bollettino di Vigilanza in cui sono contenute le principali valutazioni, a scala regionale, elaborate in fase di previsione meteorologica, valide per il giorno di emissione e per quello successivo. Allo stesso modo, allorquando sono previsti intensi fenomeni meteorologici, può essere diffuso un Avviso di Condizioni Meteo Avverse, in cui è contenuta la descrizione dei principali fenomeni previsti o in atto sul territorio regionale e le loro caratteristiche.
Su ogni Zona di Allerta viene determinato quotidianamente il grado di criticità meteo, idrogeologica e idraulica atteso, secondo una scala di quattro livelli crescenti di criticità: da assente a elevata (da codice verde a codice rosso). Tali livelli sono riferiti all’Area di Allerta nel suo complesso. Le valutazioni sono infine pubblicate e diramate all’interno del Bollettino di Vigilanza.
Le diverse condizioni di criticità possono essere conseguenti ad una previsione meteorologica o ad una reale situazione segnalata dai precursori pluviometrici e idrometrici relative ad un evento in atto. I periodi di ritorno caratteristici sono:
– 2 anni per la criticità ordinaria (GIALLA): è determinata da scenari idro-geologici occasionali e localizzati; il rischio associato a tali fenomeni e ritenuto comunemente ed usualmente accettabile dalle popolazioni ed e fronteggiabile mediante interventi attuabili dai singoli Enti e Amministrazioni competenti con mezzi e risorse ordinari. Tali scenari sono generalmente innescati da precipitazioni localizzate e intense (temporali) o diffuse e poco intense, anche persistenti, tali tuttavia da rendere necessaria una particolare attenzione all’evoluzione della situazione.
– 5 anni per la criticità moderata (ARANCIONE): è determinata da eventi meteo-idrologici diffusi, intensi e/o persistenti, in grado di causare fenomeni di dissesto di entità tale che la condizione di rischio associata richiede l’intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti;
– 10 anni per la criticità elevata (ROSSO): è determinata da eventi meteo-idrologici diffusi, molto intensi e persistenti che possono originare fenomeni di dissesto di gravita ed estensione tali da comportare situazioni di rischio che devono essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari.
Nel Sistema di Allertamento, i livelli di criticità assente, ordinaria, moderata ed elevata corrispondono a definiti scenari che si prevede possano verificarsi sul territorio.
Gli scenari associati ai diversi livelli di criticità sono definiti nella tabella seguente:

Quando vengono preannunciate delle criticità non ordinarie, locali o diffuse, il CFR emette un Avviso di Allerta per criticità meteo, idrogeologica ed idraulica regionale e attiva il presidio h24 della Sala Operativa, finalizzato alla sorveglianza dell’evoluzione delle condizioni meteorologiche e dei conseguenti effetti al suolo.
Il modello di intervento, descritto in maniera più dettagliata all’interno delle procedure “Sistema di Allertamento regionale per il rischio idraulico ed idrogeologico”, approvato con D.G.R. n. 152/2009, prevede una fase di normalità, una fase di sorveglianza e tre diverse fasi di allerta (attenzione, pre-allarme e allarme). Tali fasi, che attivano le azioni previste dai Piani di emergenza comunali o intercomunali di protezione civile, corrispondono ai livelli di allerta.

La fase di normalità si attiva quando non sono stati emessi e non sono in corso avvisi. La fase di sorveglianza si attiva in caso di emissione del Bollettino di criticità con previsione di CODICE GIALLO (CRITICITA’ ORDINARIA).  La fase di allerta successive prevedono una fase di attenzione, una di peallarme e una fase di allarme.

Ultimo aggiornamento

14 Dicembre 2022, 10:59